In Mescolo Tutto, di Yasmin Incretolli, la mamma di Maria ha un problema col sesso e con la bottiglia. Da giovane è scappata di casa, ma quando è rimasta incinta è dovuta tornare perché da sola non sarebbe riuscita a badare alla bambina.
Fin dall’infanzia, Maria è educata e coccolata dalla nonna materna, senza un padre, e con una madre scriteriata, egoista e lontana dalle buone abitudini genitoriali.
La bambina cresce senza che nessuno, oltre sua nonna, le dedichi affetto.
Da qui sgorga un bisogno ossessivo di attenzioni che la spinge a crearsi un linguaggio incredibilmente forbito e la porta a una condizione di ricerca dell’amore talmente assidua da trasformarsi in depravazione.
Quando la nonna muore, Maria è così sconvolta che il suo corpo le si ritorce.
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Il dolore fortissimo della perdita la trascina in un vano e spasmodico tentativo di dare un perché alle sue noiose giornate e di sopire il dolore con altro dolore.
Perché solo procurandosi del male fisico riesce a sedare il male mentale che le divora l’anima.
Lei è una persona debole? E se è debole, ha un’anima? Vede in Chus, un coetaneo disturbato. Una luce nel buio della solitudine, ma anche lui ha i suoi guai e non può certo occuparsi di lei.
Allora Maria scappa di casa per intraprendere un viaggio che, a differenza di quello di sua madre, farà chiarezza sui suoi dubbi esistenziali.
Lo spirito ne trarrà giovamento, ma sarà giusto quello che mediterà lungo il cammino? Potrà essere felice anche lei? Oppure nessuno a questo mondo lo è fino in fondo?
Yasmin Incretolli in Mescolo Tutto mostra una strabiliante capacità espressiva.
Il lettore è risucchiato dal primo capitolo in un vortice di schiettezza e sincerità fino all’epilogo, in un susseguirsi di situazioni sempre più estreme e di personaggi assolutamente non convenzionali.
Un esordio che splende di fortissima luce propria.
Mescolo Tutto – TUNUE’ – 2016
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